Giovani idee by Gilbert Keith Chesterton

Giovani idee by Gilbert Keith Chesterton

autore:Gilbert Keith Chesterton [Gilbert Keith Chesterton]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-04-14T22:00:00+00:00


Sui mezzi di comunicazione

7 maggio 1927

La discussione ricorrente sul problema della radio ha qualche senso e un po’ di non senso, poiché oscilla, senza sosta, tra il merito indiscutibile di consolare gli anziani e i malati e, dall’altra parte, la follia assurda di valutare l’ascolto di un paio di occhiali che, com’è evidente, sono fatti per gli occhi, non per le orecchie79. Se un giornale annuncia di «aver sentito il varo di una nave»80, tanto vale che, allo stesso modo, dica di «odorare una statua famosa» o di «mangiare una sinfonia» o di «osservare il silenzio al microscopio». Ecco, sentire pochi, confusi e accidentali rumori che accompagnano un grande spettacolo visivo dev’essere, più o meno, tanto appagante quanto chiudere gli occhi e odorare tutte le pitture a olio della Royal Academy. Dal mio punto di vista, credo che un tentativo onesto di mediazione tra i due poli si tradurrebbe in un ragionevole equilibrio.

È assolutamente vero che la radio e la televisione possono essere usati per dare conforto e piacere a coloro che, a causa dell’età o della malattia, sono impediti nei loro movimenti più naturali e, anzi, l’impegno a offrire anche questo tipo di conforto, in sé così distante dalla moda della scienza, dev’essere riconosciuto come un segno di quell’antica missione che è la carità tra gli uomini. Appartiene, infatti, allo spirito più profondo della natura stessa dell’uomo, colto con nobile sintesi in uno dei libri più antichi del mondo: «Ero l’occhio del cieco e il piede dello zoppo»81. E non c’è un solo essere umano in quella tradizione religiosa che dirà mai una parola diversa da questa. Tuttavia, sono abbastanza convinto che una società più sana considererebbe queste cose come un servizio e un aiuto per chi non sta bene.

È un’ottima cosa essere «il piede dello zoppo», nel senso di fornire gambe di legno e stampelle a quelli che, diversamente, non potrebbero camminare. Ma se noi facessimo la stessa cosa con un nostro giovane amico pieno di vita e gli regalassimo una meravigliosa gamba di legno, molto probabilmente lo prenderà come un insulto o, nella migliore delle ipotesi, come uno scherzo. Di certo, egli non vedrà in quella gamba un grande passo in avanti dell’evoluzione scientifica, e sarà abbastanza stranito all’idea di dover andare in giro con tre gambe.

È un’ottima cosa essere «l’occhio del cieco» nel senso di dare occhiali ai miopi, se non, addirittura, veri e propri telescopi. Ma non è cortesia insistere con una bellissima fanciulla dallo sguardo luminoso affinché indossi un paio di lenti spesse, né tantomeno sarebbe educato porgerle un cannocchiale in modo da guardarsi allo specchio, senza poter neppure riconoscere il proprio volto. Riguardo a tutti questi strumenti e speciali supporti dei nostri organi fisici, mi sembra molto giusto consentire alla scienza di sopperire alle mancanze; mi sembra altrettanto giusto non consentire alla stessa scienza di insinuare mancanze laddove, in realtà, non ce ne sono. Dirò di più: una società più sana potrebbe accorgersi del fatto fondamentale che ciò che è vero per i nostri organi del corpo è vero anche per i nostri sensi del corpo.



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